3 agosto 2001

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Folk da mezzo mondo
in passerella a Carpino


ANTONELLA GAETA


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carpino - Canti che sono liturgie e gesti coniugati al presente da tempi remoti. A Carpino oggi s'avviano i ‘lavori' del sesto Folk Festival. Si comincia a costruire la festa della musica popolare e delle sue contaminazioni, a partire dalle sezioni didattiche e cinematografiche. Stagisti provenienti da tutt'Italia, fino a martedì 7 agosto, si perfezioneranno, nella cittadina foggiana, in tarantelle danzate alla maniera pugliese, con i docenti Pino Gala, Tamara Biagi e con l'associazione culturale Taranta. Laboratori di canti e ritmi del centrosud Italia saranno invece curati da Nando Citarella. Stasera e domani, in piazza del Popolo due giorni di film ispirati al Salento. Stasera, alle 21.30, proiezione dei docufilm ‘Chi ruba donne', realizzato intorno ai fenomeni musicali del Gargano dal barese Maurizio Sciarra e ‘Super 8 Stories' di Emir Kusturica, backstage dei concerti della band balcanica ‘No Smoking'. Salento in visione domani sera, con il documentario della belga Mathilde Daudy, ‘Me pizzica lu core' e con l'opera seconda di Edoardo Winspeare, ‘Sangue vivo'.
Da domenica in piazza del Popolo a Carpino i concerti, che anche quest'anno prevedono omaggi ai luoghi musicali del Festival e incontri interetnici tra patrimoni di popoli diversi, comunque a Sud. Doverosamente, si comincia dai padroni di casa, I Cantori di Carpino. Hanno assicurato un prezioso passaggio di consegne, preservando la tarantella del Gargano. I tre anziani custodi di un vasto e secolare repertorio di sonetti e serenate, il novantenne Andrea Sacco, alla voce e chitarra battente, Antonio Piccininno, alla voce e Antonio Maccarone, alla chitarra francese, sono accompagnati da un gruppo di giovani interpreti e musicisti originari del centro foggiano. Sempre nella stessa serata, il cantastorie di Apricena, Matteo Salvatore, artigiano del folk sin dagli anni Cinquanta e definito da Italo Calvino ‘unica fonte di cultura popolare delle Puglie'.
Lunedì, la tarantella dell'Irpinia con struttura affine a quella garganica, con i Solisti di Montemarano da Avellino. Dalla dionisiaca terra della taranta, le pizziche tradizionali del Canzoniere Grecanico Salentino. Quindi, dalla Calabria, ancora canti della tradizione con i Phaleg. Terza giornata di festival, martedì, con i Cantodiscanto, world music dal Mediterraneo con una formazione attiva sin dagli anni Ottanta tra Napoli, Modena e Bologna e di cui è appena uscita il nuovo cd ‘Medinsud'. Nella stessa serata, dalla Macedonia la Cokani Orkestar, brass band balcanica erede delle bande dell'esercito ottomano, con fanfare e rivitazioni originali dei brani tradizionali e meticci. Per mercoledì ci s'affida a due singolari interpreti, Elena Ledda e Pino Di Vittorio. Dall'isola di liriche e litanie profondissime, la voce potente dell'interprete sarda in un nuovo progetto, curato e coordinato da Mauro Palmas e messo in lavorazione in Germania da Friedemann Witecka. Raffinata e sottile, scolpita ed elegantissima la voce di Pino Di Vittorio, ‘capace di restituire a un frammento di canzone raccolto in una fiera o in pellegrinaggio, tutta la potenza espressiva che spesso le arrugginite voci dei contadini o delle massaie non riescono più a conservargli'. Il festival culmina giovedì con un progetto speciale con Enzo Avitabile, che prosegue così ad investigare e rivedere la musica etno, in collaborazione con Giovanni Mauriello e Lino Cannavacciuolo e con special guest due virtuosi africani, Gabin e Paul Dabirèe dal Burkina Faso.
Il Carpino Folk Festival, voluto da Rocco Draicchio, musicista foggiano scomparso due anni fa, è diretto da Luciano Castelluccia e realizzato in collaborazione con Regione, Provincia e Comune e con la Comunità Montana, Unesco e l'Ente parco nazionale del Gargano.