CLASSICA ON LINE

CantoDiscanto: Tradizione SudItaliana e Mediterraneo



I CantoDiscanto hanno messo molta carne al fuoco nel loro ultimo cd. Ma carne buona. Questo va assolutamente affermato, con fermezza. Protagonisti in molti festival di musica etnica italiani e stranieri hanno suonato pure per Radio-Rai e sono arrivati adesso al secondo cd, prodotto coraggiosamente e distribuito dalla Harmony ( www.harmonymusic.it ) Il titolo è "Medinsud". Come loro stesso dichiarano nel comunicato stampa hanno intuito molte corrispondenze culturali, anzi, sopra tutto strumentali, fra i paesi del bacino mediterraneo ed hanno riempito il cd di tante idee, temi assolutamente interessanti e di grande rilievo (in larga parte sono composizioni originali) ma sempre arabe, portoghesi, calabresi e dell'area del nostro comune, grande mare; ma non si tratta di un disco di Rabih Abou-Khalil: non è così facile. Per chi non abbia un orecchio intelligente, allenato e che sappia cogliere i richiami, le influenze della loro musica. Che sono tanti. A questo punto, di fronte ad un cd complicato ma non stupido, intelligente (anche troppo) non possiamo fare altro che metterci nei panni di un appassionato: compreremmo di corsa il cd. Dovremmo tutti tener presente (amici della musica e non) che si tratta di un disco di validi musicisti italiani che sanno dove sono nati, per fortuna, che possiedono una sensibilità musicale ampia, di radice mediterranea ma estremamente ramificata. Volendo continuare comparazioni "verdi" il gruppo ha messo radici in tanti posti ( e in un brano, ("Figliole 'Nnammurate") pure, hanno messo il dito nella piaga e ci hanno messo pure la musica colta antica polifonica. Con assennatezza e cuore. Questo è troppo! Ma cosa vogliono fare questi qui, vogliono sfondare? Questo sarebbe l'auspicio. Visto anche la grande vena umana e struggente di un altro bellissimo brano ("'O pazzo cu 'o violino") con testi liberamente tratti dal "Violinista pazzo" di Pessoa. La musica etnica ha un pubblico, anche in Italia. Sinceramente non sappiamo quanto riescano a "succhiare", in termini economici le case discografiche anche grandi sia dai musicisti italiani sia da quelli stranieri. In ogni caso, più o meno, tutti riescono a campare, a tirare avanti. Quello che è certo, però, è che in Italia chi fa cultura, chi scava nelle proprie radici, chi è contro, chi non ha fortuna, chi non ha agganci politici non diventa ricco. Vedi il caso di Daniele Sepe, Gabriele Mirabassi, Battista Lena, Tri Muzike. O di artisti "classici" come Fernando Germani, il più grande organista del secolo e del quale non esiste più nulla in commercio o di Pietro Scarpini, pianista italiano, ancora di statura eccezionale, mondiale (a volte questo succede per scelta degli stessi musicisti). Il bene è che questo disco, gentilmente propostoci dal produttore è fatto da persone, raggiungibili, contattabili, che possono parlare e che fanno concerti. Ora, chi scrive cerca di andare oltre la parola, cerca di dare un consiglio. Incontrateli, uscite, divertitevi con loro perché è possibile e perché il contatto umano con persone di valore, per fortuna ancora arricchisce lo spirito di buonumore e gioia. Grandi artisti ancora viventi, come Pat Metheny, o il poeta Mario Luzi hanno il loro numero di telefono sull'elenco e, nel caso di Metheny sempre, dopo ogni concerto parla, con la gente; oppure se scrivi sul suo sito ti risponde. Certo, il disco è importante, chi può lo compri, è un consiglio che daremmo a chiunque abbia sensibilità ed amore per la musica. Ma forse non è noto a tutti che un disco, per quanto riguarda il diritto d'autore e le spettanze degli artisti anche di calibro nazionale non è tanto. Un nostro amico pianista, concertista di tango, premiato da Menèm (ex presidente argentino), recensito da Amadeus ci ha assicurato che ogni disco, in Italia, frutta agli interpreti tremila lire. La dimensione del concerto, quindi, acquista una sua importanza. E' terreno di incontro, di scambio fra la gente e la gente; fra gli artisti e gli artisti; fra la gente e gli artisti. Ha insomma, anch'esso un rilievo. Perciò concludiamo ricordando che in "toto" il gruppo CantoDiscanto è da seguire. In qualunque forma vogliate cd o concerto. Puntiamo il dito verso di voi per ricordarvi che sono persone. Italiane. Con doti musicali alte. Impariamo ad apprezzare quello che è nostro, quello che ci identifica come italiani. Non è certamente cercando di far imparare l'inno di Mameli che si unisce l'Italia. Ma il ricordo delle grandi cose e persone del passato e di quelle del presente.