La musica fa volare i computer
Dalla Toscana a Capo Verde, avventura tra spettacolo e solidarietà
_______________________
 
dal nostro inviato
Mariella Bertuccelli

SANT0. ANTAO. I computer viaggiano in aereo e qualche volta sulle ali della musica.
Accade così che seguendo le vie di un festival, daPontedera e Montemurlo (ma anche dalla Spagna e dal Portogallo) i computer arrivino a Ribeira Grande, municipio dell'isola di Santo Antao arcipelago dì Capo Verde, portandosi al seguito due gruppi musicali, uno scultore, e due dozzine dì palloni da football.
Santo Antao è un'isola bellissima, verde, protesa nell'Oceano Atlantico e difficile da raggiungere. Ci si arriva dall'Italia dopo un viaggio di un giorno e mezzo, facendo tappa prima a Sal, l'isola con l'aeroporto internazionale (fu costruito dagli italiani negli anni del fàscismo), e poi a Sao Vicente, dove Cesaria Evora ha cantato per anni prima dì diventare una stella. Dopo una movimentata traversata in batte11o ecco Ponta do Sol, il porto di Santo Antao: da qui una spettacolare strada in pavé lunga 37 chilometri conduce a Ribeira Grande.
Quando finalmente ci si arriva, uno si chiede perché proprio qui. Miracoli di un festival che si chiama Sete Sòis Sete Luas e dei due toscani, Marco Abbondanza e Renzo Barsotti che l'hanno inventato. Quando i due raigazzi di Pontedera hanno deciso di collegare Capo Verde al Circuito del festival hanno giocato un'altra delle loro scommesse: far incontrare la musica popolare italiana con quella di Capo Verde, con la "morna" e la "coladeira", con il "batuco" e il "funanà" nell'isola più estrema, deserto e pinete, vallate adagiate nei crateri di vulcani spenti. Ecco la musica, con i due gruppi italiani Cantodiscanto e Barbapedana più i cinque locali in concorso: il vincitore, «Estrume», verrà in tournée in Italia, e Portogallo il prossimo anno. Ecco l'arte, con íl pontederese Paolo Grigò che per quindici giorni ha lavorato ad una scultura destinata ad inaugurare la festa e a costituire - insieme a quella che già esiste di Massimo Bertolini e alle altre che verranno - una testimonianza a cielo aperto dell'incontro tra culture diverse. Ecco tutta l'Isola, i giovani in prima fila, che balla le musiche gitane dei Barbapedana e le tarantelle dei Cantodiscanto. Ecco i computer infine, che hanno viaggiato con Riccardo Vitali, assessore alla Cultura di Montemurlo e con Giovanni Forte, dell'Ufficio Cultura del Comune di Pontedera. E che insieme a quelli donati daì comuni di Teulada in Spagna, e Santa Maria da Feira e Montemor-o-Novo, in Portogallo (tutte cittadine legate al Festival), sono arrivati ai bambini di cinque scuole primarie di Ribeira Grande. Perché Santo Antao è un paradiso naturale ancora intatto ma viverci è dura.
Capo Verde è un paese povero, anche se è al quarto posto per tenore di vita fra i paesi africani. L'industria del turismo sta muovendo ora i primi passi e la maggior entrata del paese, che non ha industrie ed è costretto ad importare tutto dall'estero, sono le rimesse degli emigranti. Pezzo di Africa proteso nell'Oceano Atlantico, l'arcipelago di Capoverde sconta una situazione di isolamento determinata dalla sua posizione geografica. I computer, collegati a internet, permettono ai bambini di Ribeira Grande di navigare in rete ed essere più vicini ai loro coetanei di altri paesi.
Una giornata intera è stata dedicata alla consegna dei pc, un'avventura su e giù per le ribeiras (che finita la stagione delle piogge diventano la principale via di comunicazione) fino a minuscoli paesini arrampicati sui fianchi delle montagne, in un paesaggio segnato da alberi del pane, banani, papaye, manghi, giganteschi ficus, canna da zucchero, mais.
Su per sentieri che tagliano terreni ripidi e terrazzati, dove ogni centimetro quadrato di terra è messo a frutto, si arriva alla scuola di Pia de Cima. "Vi ho portato qui per farvi capire cosa devono affrontare ogni giorno i nostri bambini per arrivare a scuola", dice il sindaco di Ribeira Grande, e sembra l'Italia di 50 anni fa, quando la scuola era un lusso per i bambini delle nostre montagne. Ci sono i ragazzi, allegri e curiosi, interessati più ai palloni da football regalati dai gruppi musicali che ai computer.
C'è anche il Ministro della Difesa, originario di Santo Antao, che ha voluto essere presente all'inaugurazione del festival e alla consegna dei computer alla scuola di Cha da Igreia. Ci sono le donne la cui occupazione principale è la ricerca dell'acqua in una terra dove la siccità fino a qualche decina di anni fa faceva ancora strage. Ci sono igiovani che guardano al futuro e vedono come unica possibilità di sviluppo un turismo ecosostenibile.
L'alternativa è l'emigrazione, che incide nell'animo di tutti i capoverdiani la "sodade", la nostalgia del paese lontano. Di "sodade" si ammalò anche Sergio Frusoni, considerato uno dei massimi autori capoverdiani di lingua creola e morto a Lisbona nel 1975. Lui era figlio di un'altra emigrazione: il padre Giuseppe era un commerciante livornese che agli inizi del Novecento arrivò a Capo Verde cercando corallo e si fermò a Sao Vicente. Potere della "morabeza" - la parola creola che significa cordialità - e della magìa aspra di queste isole.